Nicolas Debon - Le Tour des Géants

 


Le Tour des Géants
Nicolas Debon
Dargaud, 2009
Ho letto l'edizione in lingua inglese pubblicata da Europe Comics nel 2023. Non mi risulta che il fumetto sia stato pubblicato in italiano.

Nel libro a fumetti "Le Tour des Géants" di Nicolas Debon viene ripercorsa l'epopea del Tour de France del 1910, ottava edizione della corsa ciclistica a tappe ideata da Henri Desgrange nel 1903.
Il Tour di quegli anni era molto diverso dalla gara professionistica e perfettamente organizzata che è diventata nei decenni successivi. Nella ricostruzione a fumetti spiccano proprio le differenze fra lo sport di inizio Novecento e lo sport attuale. Emerge con chiarezza un ciclismo eroico dove gli atleti scoprivano i propri limiti tappa dopo tappa, in una gara che era anche una sfida con se stessi, organizzata da un padre-padrone dispotico che pretendeva dai partecipanti sforzi inumani.
Il titolo del libro riassume al meglio l'essenza dell'opera: "Le Tour des Géants" non è (solo) la celebrazione di un particolare campione, bensì degli atleti, tutti in modo indistinto (non che non ci fossero dei favoriti, sia chiaro), che con la loro partecipazione contribuirono a forgiare il mito del Tour. Il fumetto è un'opera sul Tour, che non avrebbe potuto esistere senza i suoi Giganti, e sui Giganti, che tali diventarono proprio grazie al Tour. E da quel marasma di ruote bucate, malori, partenze notturne, cadute rovinose, tappe stremanti, emerge il dramma sportivo di François Faber, lanciato verso la vittoria finale a Parigi, che a causa di una foratura a pochi chilometri dal traguardo viene superato da Octave Lapize.
Il fumetto è suddiviso in tanti brevi capitoli, ognuno dedicato a una giornata di quella gara massacrante, la prima nella quale i corridori salirono fino sulla cima del Colle del Toumalet sui Pirenei. La scelta di Debon è stata di prediligere la cronaca, lasciando che siano gli eventi e i protagonisti stessi ad assumere la dimensione del mito. Per questo motivo l'autore ha fatto ampio uso delle didascalie, contenenti talvolta stralci di articoli di cronaca dell'epoca, limitando l'uso dei dialoghi diretti e utilizzando per questi ultimi delle nuvolette di forma rettangolare (per conformarle alle didascalie) al posto delle classiche nuvolette ovali.
La cronaca di Debon segue la linearità delle tappe a cadenza giornaliera. Quanto al contenuto di ciascun breve capitolo, l'autore è andato alla ricerca di particolari caratteristici che mostrassero quanto fosse massacrante la corsa e quanto fosse pionieristica. Così, per esempio, nella seconda tappa da Roubaix a Metz i corridori devono scendere dalle biciclette e mostrare i loro documenti alla dogana tedesca perché parte della gara si sviluppa nell'Alsazia-Lorena, annessa all'Impero tedesco nel 1871. Oppure si riferisce che nel corso di un'altra tappa un corridore fu multato dagli organizzatori con l'accusa di avere investito un gatto di proposito. O ancora, in un'altra tavola viene mostrato un concorrente che si è perso e chiede indicazioni a un anziano del luogo.
E' solo nella narrazione delle ultime tappe che emerge la figura di Faber, prima come candidato alla vittoria e poi come sfortunato sconfitto, ma emerge non tanto per volontà dell'autore quanto piuttosto per la drammaticità intrinseca della sua sconfitta a pochi chilometri dall'arrivo.
"Le Tour des Géants" è un'epopea di Giganti d'altri tempi, nella quale Debon ha il merito di riuscire a mostrare l'essenza di uno sport che è solo un lontano parente degli sport attuali.

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