Alessandro Tota - Charles

 


Alessandro Tota
Charles
Coconino Press, 2016

Cosa succederebbe se Charles Baudelaire in persona si materializzasse nella Bari contemporanea e venisse accolto da una compagnia di sballoni? Se lo è chiesto Alessandro Tota in un piccolo libro a fumetti intitolato per l'appunto "Charles", nato come quaderno degli appunti e diventato velocemente una storia con tutti i crismi.
Che il fumetto abbia avuto origine come storia appuntata su un quaderno lo si nota velocemente facendo un raffronto con altri fumetti dell'autore, come Yeri e il recente La magnifica illusione, dove c'è un maggiore controllo del tratto. Non voglio assolutamente evidenziare questa caratteristica per muovere una critica a Charles, anzi. E' giusto sperimentare, soprattutto se il risultato finale dà ragione all'autore e offre la possibilità di leggere libri come questo. Credo che anche la scelta della bicromia abbia alla base la stessa motivazione.
Di fatto l'autore ha provato a fare un fumetto non mettendosi al tavolo da lavoro, ma coniugando in chiave fumettistica quella che è la scrittura a penna su un quaderno degli appunti. Questa modalità creativa ha influito sul risultato finale anche dal punto di vista narrativo. Non c'è infatti una storia che da subito si sviluppa in modo unitario, ma piuttosto uno spunto iniziale - la comparsa di Charles Baudelaire a Bari - che dà origine a una serie di situazioni dapprima autoconclusive e poi sempre più stratificate e strutturate.
"Charles" è un fumetto dalla forte vena ironica, che dietro a un testo brillante nasconde in modo sottile una sensazione di resa e sfiducia nel futuro. Baudelaire, messo davanti al fatto di essere morto nel 1867, si rende conto di non potere più continuare a esistere, cosa che invece fanno i suoi amici sballoni, ma senza sapere perché e forse senza prospettive.

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