Giorgio Manzi - Antenati

 


Giorgio Manzi
Antenati
Il Mulino, 2024

In questo agile libro di natura espressamente divulgativa, Giorgio Manzi passa in rassegna alcune delle scoperte più importanti che hanno segnato la storia della paleoantropologia, partendo dai primi passi di questa disciplina nell'Ottocento fino ad arrivare al presente. Il libro è suddiviso in capitoli autonomi, ciascuno dei quali è dedicato a una scoperta scientifica: i primi resti dei Neanderthal, l'Uomo di Piltdown, Lucy, l'Uomo di Ceprano, i Neanderthal del Monte Circeo e di Altamura, Ötzi e altri antenati, oltre a un capitolo su Darwin e Wallace.
Per ogni scoperta vengono raccontate le circostanze del ritrovamento, descritti le teorie e gli studi che si sono susseguiti nel corso del tempo, illustrato il valore dei reperti e spiegato quali nuove conoscenze sono state apportate al complesso di dati, informazioni e teorie che nel corso degli anni si sedimentano nell'ambito della paleoantropologia.
Pur essendo concepiti come autoconclusivi, i vari capitoli finiscono con l'integrarsi l'uno con l'altro, fornendo un quadro d'insieme che non vuole essere esaustivo ma che comunque fornisce una discreta infarinatura su questa disciplina.
Si possono notare anche dei fili conduttori che attraversano tutto il libro. Uno di questi è tematico ed attiene prettamente a come il libro è stato concepito e steso: come detto, ogni capitolo è dedicato a un particolare ritrovamento paleoantropologico, che viene sviscerato dall'autore sotto molteplici aspetti.
Un altro filo conduttore che mi preme sottolineare è la riflessione di Manzi su cos'è la scienza e su come funziona. E' con un occhio di riguardo alla filosofia della scienza che l'autore ha steso i vari capitoli, pur non facendo mai emergere in modo preponderante questo suo interesse. Manzi ci tiene a sottolineare come il metodo scientifico produca risultati che possono essere soggetti a critiche e smentiti da nuove evidenze, analisi e argomentazioni, anziché conoscenze perfettamente certe e immutabili. Per esprimere il suo punto di vista, l'autore non fa ricorso a discorsi teorici e di principio, bensì a esempi concreti attinti dalla sua disciplina.
Da questo punto di vista è da sottolineare in particolare il capitolo sull'Uomo di Piltdown, una frode scientifica perpetrata da un ignoto che ha creato un finto reperto archeologico unendo il cranio di un Homo sapiens alla mandibola di una scimmia, per fare credere che fosse il resto di un progenitore degli esseri umani. Ma il tema è ripreso anche in altri capitoli.


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