Punisher Noir
Punisher Noir n. 1-4
Testi: Frank Tieri
Disegni: Paul Azaceta (n. 1-3) e Antonio Fuso (n. 4)
Marvel, 2009-2010
La miniserie Punisher Noir scritta da Frank Tieri e disegnata da Paul Azaceta e Antonio Fuso fa parte di un piccolo gruppo di storie autoconclusive - la linea Marvel Noir - nelle quali alcuni personaggi della Marvel sono stati reinventati in chiave per l'appunto noir: niente superpoteri, niente costumi sgargianti, e un'ambientazione urbana negli anni Venti e Trenta del Novecento.
Essendo il Punitore un personaggio ben lontano dai classici supereroi della Casa delle Idee, una rielaborazione in chiave noir delle sue avventure non avrebbe bisogno di discostarsi molto dalla maggior parte dei suoi fumetti tradizionali. Uso il condizionale perché in questo fumetto di Tieri, Azaceta e Fuso il noir è più nel titolo che nel fumetto vero e proprio: sono propenso a inquadrare questo "Punisher Noir" come una storia classica del Punitore mescolata con alcuni elementi di "C'era una volta in America" e "Il padrino".
Mi sembra che Tieri si sia limitato a sostituire la Guerra del Vietnam (nella quale ha combattuto il Punitore classico) con la Prima guerra mondiale, per dare le coordinate temporali richieste da questa operazione editoriale, e poi abbia modificato alcune caratteristiche di base in modo piuttosto drastico per non rendere questo Punisher Noir una fotocopia di quello classico (non è il caso di entrare nei dettagli perché uno dei piaceri della lettura di questo tipo di fumetti è proprio scoprire cosa e come è stato modificato), senza però cercare di contaminare l'opera con il noir vero e proprio.
Ne è nata una storia di vendetta piuttosto lineare che si lascia leggere ma non ha le caratteristiche per svettare. A mio parere il vero punto debole del fumetto - al di là del fatto che lo sviluppo narrativo portato avanti da Tieri sia riconducibile o meno al noir - è stata la scelta del protagonista. In un'operazione come questa, dove alcuni personaggi classici sono stati privati dei poteri e collocati in un contesto noir, forse era meglio non inserire un protagonista che già nella versione classica è senza poteri e dà agli autori la possibilità di raccontare storie di quel genere.
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